A mio parere il miglior Clint Eastwood da Million Dollar Baby, questo American Sniper è un biopic sul "più letale cecchino della storia americana". 160 uccisioni confermate per un totale di 255 supposte fanno di Chris Kyle un eroe di guerra.
Lo stile che è un principio astratto. Può incarnarsi nei dettagli, oppure venire suggerito da una visione d’insieme. David Fincher ha un suo stile. E vedendo il suo desaturato asettico, che ti fa sembrare linda e pulita anche una catapecchia piena di aggeggi, ecco, sai con chi hai a che fare. Un film da vedere assolutamente.
Katniss Everdeen si trova nel Distretto 13 dopo aver annientato i giochi per sempre. Sotto la guida della Presidente Coin e i consigli dei suoi fidati amici, Katniss spiega le sue ali in una battaglia per salvare Peeta e un intero Paese incoraggiato dalla sua forza.
Se siete tra coloro che, come me, avevano apprezzato Gravity di Alfonso Cuaròn, vi innamorerete di Interstellar di Christopher Nolan. Mentre Gravity è stato breve e conciso, lasciando i limiti dell’universo all’immaginazione dello spettatore, Interstellar è più lungo e dettagliato (168 minuti che scivolano via senza accorgersene), ma mai noioso e prolisso. E’ una bellissima avventura spaziale con un pizzico di surreale e onirico, pur rimanendo sempre radicato alla realtà.
Ad oggi, Guardiani della Galassia ha un incasso globale di 650 milioni di dollari, destinato ancora a salire e forse, per una volta, non ci dispiace poi così tanto. Guardiani della Galassia è un film che è buono da vedere, incredibilmente vivace, giusto e scritto nella maniera buona per farsi apprezzare da un pubblico molto vasto. Insomma, alla fine il trucco era semplice, fare un cinecomics, cercando di non fare un cinecomics. Contraddizione? Non credo, perchè questo film funziona bene.
Dopo "Training Day", "The Equalizer" riunisce Denzel Washington e il regista Antoine Fuqua. Solitario, per sua natura allergico alle regole, talvolta violento, ma sempre con sentimento. È l’identikit dell’eroe americano, un po’ schizofrenico certo, fondamentalmente un “passivo aggressivo”, eppure difficile da non amare.
Sin City – Una donna per cui uccidere è un’intensa esperienza audio-visiva che colma gli occhi dello spettatore ma ne spoglia la mente. Dopo aver replicato il flop al box office negli Stati Uniti (incassando ancora meno del precedente capitolo), Sin City – Una donna per cui uccidere tenterà di conquistare il pubblico italiano dal 2 ottobre.
La giovane Lucy, costretta a portare una valigetta carica di droga, cade nelle grinfie di alcuni criminali che decidono di usarla come corriere, impiantandogli nell’addome un carico di una sostanza sperimentale.
Ambientato nel futuro, in una società dove tutte le differenze tra individui sono state annullate e non esiste possibilità di scelta, la vita scorre tranquilla e asettica.
Potrei definire in vari modi questo film di Jonathan Glazer, uno, tra i tanti, che arriva al cinema dopo un'onorata carriera nell'ambiente degli spot pubblicitari: straniante, asettico, algido, minimale, criptico. Ma l'aggettivo che meglio gli si confà è coraggioso.
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