Dodici anni dopo il buon DOOM III e oltre venti anni dopo il primo DOOM, l’invasione demoniaca più letale che sia mai stata concepita nell’universo videoludico è tornata in chiave next-gen.
DOOM è ambientato nel futuro, dove l’umanità ha fondato delle colonie scientifiche su Marte per conto di una multinazionale chiamata UAC. Nei vari decenni grazie alle sperimentazioni, gli umani sono riusciti a rendere il pianeta rosso abitabile ma purtroppo ci sono stati degli incidenti di percorso. Una frattura multidimensionale ha scatenato la curiosità degli stessi umani i quali hanno iniziato a studiarla e condurre esperimenti sulla stessa frattura per estrarre un misterioso minerale molto prezioso. Purtroppo, la frattura multidimensionale ha creato un portale tra l’inferno e Marte. A causa di essa gli umani sono stati invasi da creature demoniache mostruose di ogni sorta, le quali hanno saccheggiato le stesse basi scientifiche della UAC. Nella modalità campagna impersoneremo un misterioso marine, incaricato di scoprire cosa è successo in questa situazione infernale. Il gioco inizia in maniera brutale, ci ritroviamo incatenati su di una sorta di letto con attorno delle creature pericolose. Dopo esserci liberati, aver preso un’arma, sparato un po di nemici e indossata la tuta da combattimento, partirà la sigla del gioco contraddistinta da sonorità heavy metal ed entreremo nel vivo dell’azione. Tra scenari rocciosi e desertici, i quali ricordano il film “Atto di Forza”, basi fantascientifiche e corridoi angusti DOOM presenta una buonissima varietà di ambientazioni.
La grafica è quanto di più sbalorditivo si sia mai visto in uno sparatutto, con modelli poligonali dettagliati, una scelta cromatica accesa azzeccatissima, ambienti molto dettagliati e animazioni veramente realistiche. Su console forse è presente un po di tearing che rende un po sfocate alcune texture. Inoltre, per rendere il tutto più cinematografico, è presente l’effetto motion blur (regolabile comunque in intensità dalle opzioni del gioco). Le creature sono veramente inquietanti e ricalcano molto quelle del primo e secondo episodio della saga. Inoltre, novità molto originale del gameplay, è che quando le creature si trovano in fin di vita ed emanano un’aurea blu, possiamo “terminarle” eseguendo delle mosse di “esecuzione” staccandogli la testa o un braccio e sopperirle definitivamente. Se da una parte le esecuzioni sono molto spettacolari dall’altra in alcuni frangenti complicano le cose. A partire dal secondo livello di difficoltà chiamato “fatemi male”, ci possiamo ritrovare in aree dove ci sono molti nemici e pochi kit di medicamento. In queste situazioni saremo quindi un pò costretti a optare per gli attacchi ravvicinati per smembrare un po di nemici da vicino e quindi guadagnare punti vitali con il rischio di essere ammazzati dagli altri. In questo caso riceveremo dei bonus a livello vitale che ricaricheranno la nostra energia. Per quanto riguarda le ambientazioni, fortunatamente rispetto ad altri titoli della id Software è presente una palette di colori più varia rispetto all’amatissimo color marrone, onnipresente nei titoli di John Carmack, anche se una lieve sensazione di deja vù con Quake 4 ogni tanto ritorna. Le creature partono dagli zombie posseduti, ovvero, ex membri della UAC posseduti dal demonio per poi passare a creature sempre più temibili, forti e pericolose.
Tra queste troviamo i classicissimi Barons of Hell, i Cacodemons, gli Hellknights, iMancubus e tanti altri. Tra questi mostri spiccano i Revenants, apparsi più volte nelle immagini di gioco preliminari (nella edizione speciale è presente addirittura una statuetta in miniatura di questa tipologia di creatura). Sicuramente la varietà di creature è più ampia rispetto a DOOM III ed inoltre è più attinente alla serie classica dei primi due DOOM. Infatti, non serve sapere i nomi delle creature e qualsiasi appassionato della serie classica di DOOM riconoscerà immediatamente le versioni “next gen” dei demoni bidimensionali. Ricordiamo che nel gioco è presente un sistema di salvataggio basato sui classicissimi checkpoint, scelta sicuramente giusta e in linea con gli sparatutto moderni.
Le armi sono una componente importante in tutti i DOOM e questo capitolo non è da meno. All’inizio ci troveremo con una semplice pistola ad impulsi con i colpi infiniti, utile solo con le creature più innocue come i semplici zombie o in caso d’emergenza. Quasi fin da subito, dal secondo livello, troverete il mitico shotgun. In seguito troverete il comodissimo fucile automatico (Heavy Assault Rifle), le granate e tante altre armi. Tra queste spiccano il Plasma Rifle, il Lighting Gun, il Vortex Rifle e il mitico BFG. Ovviamente, come da tradizione, è presente la mitica motosega come arma da “combattimento di mischia”. Inoltre, possiamo usare un menù dal quale possiamo selezionare velocemente in tempo reale l’arma più adatta. In questo caso l’azione di gioco rallenterà drasticamente con tanto di effetto sonoro ovattato.
Il sonoro è molto realistico e presenta un’ottima localizzazione in italiano. Infatti, vi capiterà di ascoltare voci di doppiatori professionisti “familiari” che solitamente lavorano nel mondo del cinema o nelle serie televisive. Molte volte in DOOM ritroveremo degli archivi elettronici o avremo a che fare con dei computer dove ritroviamo video e ologrammi d’altri personaggi che ci spiegheranno cosa è successo e cosa dovremo fare nelle missioni. Infatti, la storia e il background delle vicende della UAC si scopriranno avanzando nei livelli successivi della campagna. Per quanto riguarda le creature e le armi i suoni sono belli tosti e molto in linea con lo stile del gioco. Inoltre, quando ci troviamo in pericolo di vita e la nostra energia è bassa saremo avvisati da un allarme. Se proprio si vuole essere masochisti consiglio di giocare il gioco di notte con le cuffiette, ciò renderà l’esperienza ancora più spaventosa.
La giocabilità è immediata. Si tratta di uno sparatutto che punta molto all’azione. Inoltre durante le missioni troveremo materiali che ci serviranno per ricostruire la vicenda che ha portato all’invasione, potenziamenti per l’armatura e potenziamenti per le armi. Inoltre è presente un menù molto intuitivo dove possiamo districarci e rivedere queste funzioni precedentemente menzionate. Caratteristica interessante è la presenza nei vari livelli di alcuni droni che ci forniranno degli aggiornamenti per le nostre armi. Per esempio, sul nostro amato shotgun possiamo mettere come modalità di fuoco secondario il triplo colpo letale oppure sulla nostra Heavy assault rifle possiamo montare una sorta di lanciagranate o il mirino di precisione. Anche lo stesso personaggio principale è potenziabile mediante un sistema di tokens. Altra particolare novità è quella delle “sfide”. Se riusciamo ad uccidere un tot numero di nemici in una certa maniera possiamo ricevere una ricompensa che ci permetterà di migliorare le abilità del nostro caro marine spaziale. Tra queste ricompense troviamo poteri quali “il sesto senso” oppure un sistema di localizzazione degli obbiettivi migliorato. Infatti, ricordiamo che nella parte superiore dello schermo è presente un indicatore che ci mostrerà la distanza in metri tra noi e gli obbiettivi da raggiungere. Inoltre tra i menù possiamo anche attivare la schermata con la mappa tridimensionale esplorabile e ingrandibile.
DOOM è un gioco chiassoso, brutale e molto in linea con gli sparatutto vecchia scuola che guarda lo stesso tempo al futuro. Scordatevi i tatticismi o quanto altro. Le arene sono infestate da creature pericolose e in questo caso la migliore difesa è l’attacco. Il piombo è il nostro migliore alleato e toccherà a noi capire qualche arma utilizzare a seconda delle situazioni e creature. La longevità è piuttosto buona e i livelli si dividono in diverse aree presenti in una mappa. DOOM predilige molto il combattimento istintivo e anche ravvicinato. Per quanto riguarda la difficoltà già a partire dal secondo livello DOOM presenta un bel livello di sfida. Da menzionare è la presenza del livello Ultra Nightmare, dove in questo caso non dobbiamo mai morire o altrimenti saremo costretti ha iniziare la partita dall’inizio del gioco.
Una novità molto gradita è la presenza dell’editor SnapMap. Con un poco di pazienza ed intuito possiamo creare le nostre mappe dei sogni e condividerle con i nostri amici per giocarci in multiplayer. Non si tratta di un processo immediato ma sicuramente per noi comuni mortali che non capiamo nulla di programmazione si tratta di un grande regalo. Ciò ovviamente va ad allungare la longevità del gioco e possiamo addentrarci in battaglie in multiplayer all’interno delle mappe create con le nostre mani. Inoltre, nonostante sia un gioco prettamente basato sulla campagna in singolo, ricordiamo che è presente una buonissima modalità multigiocatore che ricorda molto la frenesia di Quake 3 arena. Tra le varie modalità troviamo il classico team deatmatch, il mietitore d’anime (simile al classico deatmatch con la variante che dobbiamo raccogliere le anime dei nemici caduti), la modalità congelamento e la modalità dominazione dove dobbiamo raggiungere e conquistare dei punti di controllo. Troviamo anche altre modalità come la Via della Guerra, simile alla modalità dominazione dove è presente un solo punto di controllo che si sposta lungo il percorso e l’Arena Clan. Quest’ultima è una sorta di eliminatoria deatmatch, dove i personaggi non possono ripristinare il loro livello energetico e una volta che si è morti una volta si è eliminati.
Le piccole note dolenti riguardano forse una trama un po troppo risicata, elemento che non piacerà tantissimo ai videogiocatori odierni abituati a titoli pieni di componente narrativa e la mancanza di compagni di squadra. Infatti, DOOM è principalmente uno sparatutto in solitaria. Altro problema è che in certe aree forse sono presenti troppi mostri e ciò ci costringerà a delle sessione di sparatorie un pochino stancanti anche ai livelli di difficoltà più bassi. In conclusione si tratta di grandissimo titolo che merita l’acquisto sia dai fan della serie che dagli appassionati di videogiochi in generale. Ricordiamo che DOOM non è adatto ai deboli di stomaco perchè la componente “gore” è molto presente. Animazioni con elementi splatter, teste che saltano, braccia staccate sono all’ordine del giorno. La modalità campagna in single player è molto invitante e ci indurrà a proseguire avanti nel gioco. In questo caso non dovremo solo occuparci di uccidere i nemici ma abbiamo anche obbiettivi da svolgere, come disattivare nuclei energetici, sistemi di sicurezza o recuperare oggetti di vitale importanza per il proseguimento del gioco. Più si va avanti nel gioco e più si vanno a scoprire i vari tasselli dietro la storia di questo incidente scientifico che fatto si che le basi della UAC venissero invase dai demoni. La id Software ha saputo sapientemente rinnovarsi presentando un titolo che si distacca da DOOM III, il quale era troppo basato su ambientazioni buie e sulla suspance, ridando alla serie un nuovo splendore di tutto rispetto. Pomposo, brutale, veloce, spettacolare e massiccio, sono questi gli aggettivi che descrivono al meglio il capolavoro della id Software.