Chris Kyle, uomo sulla trentina, vive in Texas cavalcando tori imbizzarriti, con il sogno di diventare un grande cowboy. Qualcosa cambia durante la sua vita tranquilla: la notizia degli attentati alle ambasciate USA in Africa lo spinge ad arruolarsi presso le forze speciali Navy Seal. Non è per nulla semplice, visto che il duro addestramento da affrontare porta moltissime persone ad abbandonare il corpo militare. Ciò nonostante, la scelta intrapresa lo porterà a conoscere Tanya, con la quale instaurerà un rapporto duraturo fino ad avere due figli. I problemi si aggraveranno nel 2001, con la caduta delle Torri Gemelle. Dal 2003, per quattro turni, Chris prenderà parte alla guerra in Iraq come cecchino della compagnia, difendendo il proprio Paese e il gruppo da eventuali minacce improvvise provenienti da Al Quaeda.
Se vi aspettate il Clint di “Million Dollar Baby” o di “Gran Torino”, dovrete ricredervi. Tralasciando l’ideologia patriottica e fedele al pensiero tipico americano (che è presente in qualunque film di guerra sia mai uscito nelle sale), la pellicola di Eastwood manca in alcune parti di tensione e di una focalizzazione più approfondita della psicologia del personaggio, a causa di una sceneggiatura altalenante, con spunti davvero interessanti (soprattutto nel finale) mischiati da alcuni elementi troppo superficiali. Il problema non sta sul pensiero del regista sul tema della guerra, perché è naturale un possibile schieramento su una o l’altra parte del fronte (in questo caso, come del resto in tutti i film americani, il soldato viene elogiato della sua forza e della freddezza sul campo). La pecca enorme nella pellicola sta proprio in quello che molti hanno definito un punto di forza di American Sniper, che riguarda lo spirito critico sull’idea stessa della guerra. Non si può certo affermare che in questa pellicola non ci sia una forte polemica su questo argomento, poiché nel proseguo della storia si può notare, man mano che i giorni passano, un Chris completamente estraneo al mondo circostante, vittima stessa del conflitto che ha coinvolto i suoi compagni o i sui nemici sul fronte, così come la scena iniziale del film si vede come un popolo trafitto dalle sanguinose battaglie sia disposto a usare i propri figli per una causa alquanto discutibile. Quello che ci si aspettava da un regista come Clint Eastwood era una maggiore presa di posizione anche sugli errori commessi dagli americani, i quali hanno l’impressione di essere esenti da ogni possibile responsabilità. Non solo. In questo film manca il punto di vista dell’altro fronte, resi in maniera superficiale da una sceneggiatura che ha cristallizzato il loro ruolo come semplice nemico da combattere. Il film si salva solo dal punto di vista formale ed estetico, con una regia molto accurata che solo uno come Eastwood poteva creare. In certi punti del film ci immergiamo in quelle realtà con inquadrature fisse sul cecchino americano e piani sequenza suggestivi sull’ambientazione afflitta dai colpi della guerra in Iraq. Nel complesso, un film sopravvalutato ma che ci regala un’ennesima prova da maestro del regista, capace comunque di coinvolgere emotivamente sia su ciò che accade all’interno del conflitto, sia sulle scelte e sulla psicologia del protagonista, interpretato egregiamente da Bradley Cooper.
American Sniper - esce nei cinema italiani giovedi 1 gennaio 2015.